Lo strano caso della dottoressa Lysoform e della signora Luisa

Dimmi come pulisci e ti dirò chi sei.

1) LA CASA
La casa non la pulisci: ciclicamente la disinfesti. Per giorni rimane un casino, finché nel tuo cervello scatta qualcosa e passi in modalità GO, ovvero “Grande Ordine”.
Quando sei in modalità GO, ti prende quella di pulire A FONDO qualsiasi cosa ti capiti a tiro, comprese le lenti a contatto col perossido e le fughe delle piastrelle con lo spazzolino da denti elettrico, per dire. Poi riordini cassetti, armadi e ricordi. Solitamente è un’operazione che si conclude a notte fonda.
Nei giorni successivi la casa è inviolabile: la prima sera per non sporcare si esce a mangiare la pizza, la seconda si cena sui piatti di plastica, la terza con una mano mangi e con l’altra passi l’aspirapolvere sotto il tavolo.
Per un po’ non si sgarra, tutta l’organizzazione familiare è protesa a prolungare lo Stato di Pulizia.
Poi, il patatrac: capita una sera che, invece di sparecchiare immediatamente, si lascino i piatti nel lavello pensando “li laveremo domani mattina”. Ed è lì che tutto va a puttane. E la casa risprofonda nel caos.
Capisci che la modalità GO è definitivamente passata, quando permetti a tuo figlio di sgranocchiare una fetta di sbrisolona sul divano.

2) LA MACCHINA
La tua non è una banale auto, è un microcosmo di auto-sostenibilità. Se fosse una trattoria ci sarebbe il cartello “di quel che c’è non manca niente”: crecker schiacciati, giornali, bottiglie d’acqua con microrganismi galleggianti, golfini contro l’aria condizionata, scarpe di ricambio, tovaglioli usati con ciuingam incastonato.
Nei giorni peggiori pare di essere a Temple Bar la mattina dopo San Patrizio. In questi casi di solito ti capita di dover dare un passaggio a un cliente importante o a tua suocera.

3) LA LAVANDERIA
La lavanderia è il lato oscuro della tua anima. Freud potrebbe psicanalizzarti semplicemente osservando i tuoi panni sporchi. La roba da lavare si accumula strato su strato come l’Es, l’Io e il Super-Io: in fondo alla pila c’è la roba che ormai hai rimosso, in mezzo quella parzialmente emersa e in cima, finalmente, la stagione primavera-estate 2015 che impedisce agli altri strati di affiorare (e tiene a bada capi imbarazzanti come i jeans col cavallo basso di qualche stagione fa, in effetti socialmente impresentabili).
Rimettersi al pari con la roba da lavare e stirare richiede peraltro lo stesso tempo di un percorso di analisi. E alcune volte si verifica un transfert. In lavasecco.

4) LA BORSA
Menzione d’onore merita la borsa. Se guardi bene nella fodera interna, sicuramente ci trovi anche un ciuccio di tuo figlio. Che adesso fa la terza media.
Quando la riordini? Quasi mai. Il più delle volte capita che va fuori moda e la riponi in soffitta con tutto il contenuto. A meno che non ti capiti a tiro quando sei in modalità GO: in quel caso butti via tutto. Comprese le chiavi di casa. E naturalmente i fazzoletti usati, ormai croccanti come muesli. Col risultato che la prossima volta che tuo figlio piccolo si smoccola addosso, ti trovi a pulirgli il naso con un lembo del tailleur, chiusi fuori casa.

5) IL PORTAFOGLIO
Ecosistema a parte è il portafoglio: il tuo è alto come un Big Mac e contiene tutto tranne soldi, tra cui uno scontrino di Calippo in lire e un buono sconto della Standa.
Se però durante l’ultima modalità GO ti è capitato di riorganizzarne il contenuto, ricorda che niente si trova più dov’era prima. E per cui adesso smettila di cercare istericamente di pagare con la tessera della Coop: no, non è il bancomat e la cassiera ha ragione a guardarti male.
.
Se ti riconosci in almeno 3 dei 5 punti, è tutto chiaro: soffri anche tu della sindrome da doppia personalità, la cosiddetta “Doctor Lysoform e Mrs. Luisa”.
Hanno cercato di convincerti ad essere una di quelle donne delle pubblicità della Lysoform, tutte tacchi e horror bacteria, ma dentro di te si agita un’indomita Signora Luisa, quella che esce presto, arriva tardi e – fanculo – certe volte non pulisce il water.

image

La Signora Luisa non pulisce il water,

spot tormentone anni ’80

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