Come finisce la storia di Babbo Natale che porta i doni?
Eh niente, che babbo Natale muore.
Dunque mio figlio, otto anni, insisteva perché confessassi. Oramai convinto dell’inesistenza del ciccione, chiedeva verità.
Ho prove a sufficienza per incastrarti, ha detto mentre mi filmava con la GoPro, ma voglio una confessione piena.
Ho provato a svignarmela canticchiando “mi han detto che questa tua generazione ormai non crede/ in ciò che spesso han mascherato con la fede…”.
Ho provato a patteggiare, tipo se la smetti di fare domande legittime ti compro un lego technic.
Ho provato anche a invocare il vizio di forma, tipo la tua domanda è nulla in quanto pervenuta fuori tempo massimo, ripresentala prima del 25 dicembre prossimo, ciao.
Eh ma niente, alla fine ho confessato.
Ci sono rimasta parecchio male.
Non è sempre vero che la confessione ti libera, alcune volte ti inchioda di fronte al fatto che i figli crescono e le mamme imbiancano (sì, quel capello bianco della consistenza del pelo di cinghiale è tuo, non può essere un pelo di barba del vecchio ciccione, perché il ciccione non esiste, o meglio, il ciccione sei tu. Ho sentito io stessa che lo dicevi a tuo figlio).
Rassegnati. Credere alle leggende è inutile: di Peter Pan c’è n’è uno solo. I figli crescono, ma non tutti nello stesso modo. Mia figlia ha 9 anni e ci crede ancora a Babbo Natale. Faccio di tutto perché ci creda
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e fai bene Pendolante
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Quest’anno Babbo Natale ci ha addirittura telefonato e il piccoletto (9 anni) gli ha chiesto dove abitasse. È rimasto sorpreso nel sentire che la sua casa è nell’estremo Nord della Finlandia e non della Norvegia. È rimasto sorpreso anche da quella strana sfumatura nella voce che assomigliava tanto a quella del papà… 😀
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La telefonata di babbo (natale) è un colpo di genio!
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