Così ho pensato a quella mattina che non andremo al mercato.
Non prenderemo l’autobus (sedendo in fila indiana perché volevo guardarti la nuca), e poi dopo più tardi non riempiremo la bocca di paste spolverate di cannella, afferrandole quando stanno per scivolare dal bancone, giusto in tempo.
Non gli azulejos freschi dietro le spalle, l’occhiata di un passante, i giornali di ieri per strada, i baci per strada, le suole delle scarpe per strada, per strada le gomme masticate, il territorio segnato da un cane di strada, la strada verso casa.
Non la casa spolverata di fresco, la luce socchiusa del frigo, e certi soliti pomeriggi d’estate che setacciano i raggi del sole tra le persiane abbassate fino a ridurli in polvere azzurra, la sera, e poi dopo più tardi si spalanca la notte per strada.
Quella mattina ho visto tua madre buttare la spazzatura, era scesa in ciabatte per strada.
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