Sono in vacanza, fuori piove e tira vento forte, e quattro bambini (uno mio e tre della mia amica) chiusi in una minuscola casetta a strapiombo sul mare, sono come quattro carte da gioco che non possono giocare come vorrebbero, e tocca farsi il mazzo per inventarsi qualcosa per trascorrere il tempo.
La delusione di avere il mare sotto il naso ma non poterne godere come ci si aspettava rende i bambini irrequieti, zuppi di energia compressa, ma a voler guardare il lato positivo chissà, potrebbe anche insegnare loro a gestire le aspettative, le attese, le delusioni, il jolly che non arriva.
Anche se a dire il vero io non so se questa cosa si impara mai, o se crescendo più che altro si finge, perché l’aspettativa è un po’ come la speranza, l’ultima a morire (e prima ne fa fuori molti).
Quello che è certo è che anche da grandi capita a volte che si sta Come Quando Fuori Piove.
Cioè con le ossa un po’ rotte, i capelli che stanno di merda, e la consapevolezza che l’ultimo ombrello che avevi lo hai perso al bar.
E allora che fare?
Forse raccogliere le carte che si hanno in mano e mettersi a ricomporle con gioco combinatorio perché si sa, è con gli insiemi finiti che si impara a creare, non con le infinite possibilità.
Ed è solo così che scopri che ad esempio si può anche stare Fuori Come Quando Piove. Sapendo che in ogni caso tutto cambia e muta, pure il sole, ma che un modo per fare un diverso giro di carte si troverà.
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Quanta saggezza! 🙂
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predico bene e razzolo di merda
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Stare Come Quando Fuori Piove è geniale. Immensa. Non potevi rendere meglio.
Come sempre, tu e le parole siete amiche.
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grazie, per me il tuo parere è importante, ci tengo sempre.
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Si trova sempre. Bellissima l foto dei bimbi.
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speriamo 🙂 (i bimbi sono tanto belli in effetti)
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