Il primo storico comandamento che si insegna ai bambini è quello di non accettare caramelle dagli sconosciuti (secondo: mai sostare nella corrente d’aria ché la polmonite ti porta via, terzo: mai sedersi nei bagni pubblici ché ti portano via i quattro germi-gendarmi con i pennacchi e con le armi).
E poi dopo, come se nulla fosse, ad halloween li mandiamo a scampanellare e chiedere caramelle, per quanto ne sappiamo, pure a Jack lo squartatore.
La coerenza prima di tutto.
Comunque, una signora in questa occasione a mio figlio e a un suo amico ha dato due euro e venti.
Avrà pensato che, sì sì, faran piacere i dolciumi, ma un po’ come ai matrimoni se fai “la busta” non sbagli mai. Questo geniale gesto da nonna ci ha fatto ridere un sacco.
Nel sacco a fine giro, oltre al capitale monetario, c’erano pure diversi dolciumi moderni, ma io preferisco cogliere l’occasione per ricordare quelli old fashioned verso i quali nutro una particolare affezione.
Prime su tutto le rosse rossana, caramelle dallo stile tra il classico il vizioso e lo stantio, avvolte in una cosa che chiamare carta è riduttivo perché se la metti davanti agli occhi cambia il tuo sguardo sul mondo, e tutto è più sopportabile.
(Ma su questo ho già scritto e ci tornerò.)
Le nere girelle di liquirizia, spirali hitchcockiane da srotolare lentamente con vertiginoso piacere. Ma c’è anche chi le prende di petto, e cioè a morsi.
Una volta da bambina osai anche io e mi sentii davvero trasgressiva.
Le pastiglie leone, dissetanti ed esotizzanti, regali e cavouriane, ostentatamente vintage coi loro gusti pastello all’amarcord, alla violetta, alla cedrata, all’eucalipto, zenzero arquebuse salvia genziana garofano e cannella, anice fernèt e zazzarajàzz.
Io quando le mastico, tutte addensate con gomma arabica e adragante, mi immagino che Paolo Conte è fiero di me.
I falqui-basta-la-parola, e sì lo so che non sono esattamente caramelle ma a me mi piacevano un casino e una volta mi smezzai una confezione intera con mia cugina. Io non ne risentii più di tanto ma lei ebbe una brutta serata, forse perché era bionda.
(Questa, da piccola, la mia teoria, perché associavo i delicati capelli biondi alle cagionevoli e raffinate principesse dei cartoni animati, e i coriacei capelli castani a quelle diciamo più come me).
E infine, i rossi attraenti e respingenti boero, che con il loro cuore rivelatore, pulsante e alcolico, sono dei cioccolatini di “spirito”, e cioè in grado di agire da medium tra il mondo terreno e i fantasmi…
Di questi parlo anche sul Messaggero Veneto di Pordenone, nella rubrica di oggi, se vi va.
oggi nel messaggero cerca il boero
❤️