Mal d’agosto

Agosto è una gigantesca domenica gialla, un mese solivo che schiaccia le ombre, un dopopranzo infinito, di quelli che da piccolo ti obbligavano a dormire al ritmo dei grandi, del loro petto alzato e abbassato nel sonno dei giusti. O ingiusti, chi lo sa, silenzi delle pareti e confessioni ai preti, i pensieri per un nichelino, i peccati per poco di più: tre avemarie.
“È pomeriggio, dòrmilo!”
“Ma io non ho sonno!”
E invece dovevi dormirle, quelle ore più calde che altrimenti dormivano te.
Cortile assolato, persiane abbassate, penombra imposta. Dovevi dormirle a forza.
E infatti si dice “schiacciare” un pisolino, ridurre al sonno il gioco che non sente ragione, premere le palpebre, cercare di avere la meglio sui mostri della semioscurità, più perturbanti di quelli dell’oscurità. E del resto tra l’essere e il non essere, la condizione fantasmatica, sospesa, è il semiessere.
Si stava, allora, incastrati a metà tra la presa del lenzuolo e il richiamo del cortile, “sonnellino” significava per molti di noi “piccolo supplizio”.
Si sta, oggi, in questa semiestate di anno dimezzato, dopo un tempo sospeso per confinamento, in una versione aggiornata del mese sospeso per eccellenza.
Si sta, oggi, nell’agosto duemilaventi.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...