Dentro la mascherina, a un certo punto, si fa il mio microcosmo.
Fioriscono spunti e sentieri.
Crescono tra me e me delicati ramoscelli di pensiero.
Sentire e proferire stanno a distanza ravvicinata.
Raccoglimento, immaginario labiale, arcano e sottrazione, asintomatico mistero, kokedama, enigma, stigma positivo pistillo granulo pollinico.
Il mondo interiore in viso.
La mascherina si fa scrigno, ampolla e terrarium, rebus e origami, ombrellino da cocktail, idee a vapore.
Piccole pieghe di carta sempre più piccole, kiaroskuri, e particelle d’acqua come su Marte.
C’è vita sul pianeta Me.
