Un console sta solo in un paese straniero, il compito è consolare un connazionale che soffre.
Ma da chi è consolato il consolatore?
Rialzati, dice, rimettiti in piedi, sistema la giacca, camicia e cravatta.
Ma da chi è consolato il consolatore?
Forza, coraggio che è tutto un passaggio, la lingua è straniera ma il suono comune, il dente che duole, fa male ovunque.
Ma da chi è consolato il consolatore?
Se cadi il ginocchio si apre e si sbuccia, poi dopo la crosta è più dura. Sotto, la pelle più tenera e rosa.
Ma da chi è consolato il consolatore?
Guardiamoci gli occhi, nessuno ci guarda, gli dei son distratti, lontani, alieni, le scelte le sole compagne di viaggio.
Reggiti forte che siamo nel vento, le nostre scelte il firmamento.