Adolescenza andata e ritorno

Ma ‘sto fatto che ‘sti figli escono di casa senza giubbotto è dovuto al cambiamento climatico, alla moda, o all’adolescenza?
O a tutte e tre ‘ste disgrazie combinate insieme per formare la tempesta ormonale e ambientale perfetta?
Chiedo per me e pure per un’amica. Più d’una per la verità.
Ma quando è che indossare il giubbotto per uscire in inverno è diventato da sfigati?
E dove andremo a finire?
E se prima o poi a uscire di moda saranno, che so, le scarpe?
Già i calzini son specie in via d’estinzione (del resto s’accoppiano poco e solo nei primi tempi), i guanti appannaggio dei piccoli lord, e la canottiera infilata nelle mutande un sogno delle madri che svanisce attorno ai sei anni dei figli.
Io non so se son pronta a che restino in braghe di tela.
Del resto chi lo è.
Nessuno ti prepara veramente ai dolori del parto e men che meno a quelli dell’adolescenza.
A nessuna adolescenza, a ben guardare. Né a quella di andata, e cioè la propria. Né a quella di ritorno, e cioè sempre la propria tra i quaranta e i cinquant’anni. Né a quella dei figli.
E infatti sarebbe più corretto parlare di adolescenzE.
Altro che esercizi di respirazione e di comprensione. Avremmo diritto a un’epidurale per tutta l’epidurata delle adolescenze. Una magia che permetta di restare vigili ma senza dolori, senza provare quella sensazione, che piglia a volte, di lacerazione di senso.
Sapessero, i ragazzi, quante volte quella sensazione prende gli adulti e chissà quante e quali sono le cose che abbiamo in comune.
Ammesso che gli adulti esistano. E non siano una specie in via d’estinzione come i calzini.
Comunque dico cazzate, lo so. Sarà colpa degli ormoni (ma il giubbotto lo porto eh, cioè anche se è più un cappotto, tipo).