Ristregate dalla luna

Del perché quando ti imbatti in “Stregata dalla luna”, non puoi che lasciarti stregare, come se lo vedessi per la prima volta.

Perché Nicola Cage è bello che più bello non si può, sexy e sperduto, con gli occhi blu spiritati e la mano sbranata e la canottiera prima e lo smoking dopo.

Perché Cher ha 37 anni, sembra una tutta d’un pezzo ma non la è, ha il cappotto con le spalline e il monociglio, ed è una brutta bella, ma bella di brutto.

Perché i dialoghi all’inizio sono sconclusionati e tutto è tenuto assieme solo dalla faccia di Cher, che è giovane-vecchia e brutta-bella, ma poi un senso salta fuori lo stesso.

Perché non è stata Julia Pretty Roberts la prima a commuoversi fino alle lacrime all’Opera, sotto una montagna di ricci: Cher-Loretta Castorini lo ha fatto ben prima e senza bisogno di arrivarci in aereo privato.

Perché la scena in cui lei si dà una sistemata a trucco, abito e parrucco e da vedova dimessa e dismessa diviene una quasi-figa panterona è roba da Real Time ante litteram, ed è noto, le trasformazioni danno sempre un sacco di piacere. E poi mentre lei si prepara, noi ci prepariamo con lei, ed é subito friccico da primo appuntamento (molto meglio di quelli di Carrie Bradshaw). Anche se noi avremmo messo un po’ meno trucco, ma erano gli anni ’80, Adriana s’era appena sposata Rocky, Nicole Chapman incontrava Jesse Velasquez e Licia Colò si fidanzava platonicamente con Paolo Bonolis e nessuna di loro, nessuna, rinunciava al rossetto contornato di matita marrone e alle palpebre arcobaleno con sopracciglio importante.

Perchè il discorso di Nicolas-Ronny Cammareri sugli innamorati imperfetti, mortali, spezzati, impiastricciati e stropicciati, è forse trito e ritrito, saltato in padella, affettato, sfilacciato, consumato e prevedibile, ma è sempre confortante, e gli esseri umani un po’ rovinati e zoppicanti che si incontrano e si amano nel discontinuo dell’imperfezione, commuovono e scaldano il cuore.

E poi, ancora, perché Cher-Loretta vuole essere chiesta in sposa, non ci son santi, con l’anello. E questo mi fa tornare alla mente dai rimasugli dei miei studi di Scienza Delpiuedelmeno che sì, è vero, l’uomo è un animale simbolico e ha ragione Loretta a volere l’anello e la dichiarazione in ginocchio e tutto il resto, e che io invece, rifuggendo dai simboli come il diavolo dall’acqua santa, forse mi sono persa qualcosa.

Ma soprattutto perché la scena finale, in cui lui mangia la farinata con tutta la sgangherata famiglia di lei, dopo una notte d’amore a cui lei aveva cercato di resistere cedendo però di fronte al di lui “l’unica cosa che voglio è averti nel mio letto”, quella scena, dicevo, è strategicamente disarmante e ci ricorda che quando pigliamo una persona, ci pigliamo pure tutta la sua famiglia. Nonni, cani, traditori, matti, taccagni, farinate, cognati, suocere, natali, panettoni e petardi compresi.

Però, se quella persona è Nicolas Cage in canotta bianca, la pigliamo lo stesso.

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. Chiara ha detto:

    mi hai messo una gran voglia di rivederlo!
    corro subito…affabulatrice! 😉 😀

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    1. L'arrotina ha detto:

      Corri! Va bene anche per le giornate uggiose di post-autunno come oggi 🙂

      "Mi piace"

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